Storage: un ruolo chiave per il successo dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale necessita di dati archiviati e gestiti in maniera ottimale, grazie a uno storage elastico e flessibile.

Pubblicato il 04 Set 2020

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L’intelligenza artificiale è riuscita negli ultimi anni ad affermarsi come una famiglia tecnologica utilizzata dalle imprese di molteplici settori produttivi. Basti pensare che, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2018 il mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha raggiunto un valore di 85 milioni di euro, cifra che fa riferimento alle spese di sviluppo e implementazione di sistemi di AI in quattro aree principali: algoritmi di intelligenza artificiale, servizi di integrazione e personalizzazione, hardware e software per la gestione dei dati. Questo ultimo aspetto, in particolare, spiega le ragioni dell’improvviso successo dell’intelligenza artificiale, di cui si ragiona almeno dagli anni Cinquanta del secolo scorso: gli algoritmi di AI hanno oggi la possibilità di nutrirsi di un numero crescente di dati, strutturati e non, trovando collegamenti tra essi e suggerendo (o mettendo direttamente in atto) opportune azioni per ottimizzare e automatizzare processi di svariata natura. In buona sostanza, senza una fornitura di dati continua, i software e le applicazioni di Ai rimangono delle scatole vuote: non a caso, il confine tra il mondo dei Big Data/analytics è spesso molto sottile e decisamente permeabile. Grande importanza riveste quindi il ruolo dello storage.

I requisiti dello storage per l’AI

L’AI, insomma, ha molto a che fare con i dati e questo non è certo un particolare di poco conto: i dati vanno raccolti, gestiti e archiviati. Questo comporta che una delle tecnologie storiche dell’Ict, vale a dire lo storage, assume un ruolo di primo piano per lo sviluppo attuale e futuro dell’intelligenza artificiale. Uno storage che, però non può certo essere tradizionale, limitato esclusivamente all’archiviazione di grandi volumi di dati. Infatti a una tecnologia basata così strettamente sull’analisi delle informazioni come l’AI serve a poco immagazzinare grandi set di dati, se poi non diventa possibile trovare rapidamente quelli di cui si ha bisogno. Eppure, in molti progetti storage che hanno a che fare con la AI si riscontrano problemi di accesso ai dati, moltiplicati anche dal crescente utilizzo del cloud da parte delle imprese, che dà luogo ad architetture complesse e ibride. In particolare, è probabile che molto spesso, oltre al tradizionale storage on premise, le imprese si appoggino a un cloud pubblico man mano che le informazioni vengono generate e analizzate. Una soluzione di storage in ottica AI dovrebbe cercare di semplificare un flusso di questo tipo, anziché limitarlo. Altro punto chiave è la scalabilità: dal momento che sono necessari enormi set di dati per addestrare le applicazioni di intelligenza artificiale, come ad esempio il riconoscimento facciale, diventa fondamentale contare su un sistema di storage che possa scalare senza limiti.

Appuntamento il 16 settembre con lo storage di IBM

Non solo: dal momento che la creazione di questi set di dati può anche richiedere anni, lo storage deve essere totalmente sicuro, poiché la perdita o il danneggiamento non può essere contemplata come un’opzione possibile. Non a caso le moderne soluzioni di storage sono dotate di funzionalità di autoprotezione, senza cioè bisogno di un processo di backup separato, che può comportare costi aggiuntivi non indifferenti. Insomma, i dati sono il carburante che alimenta la AI, ma rischiano di essere archiviati in un modo non ottimale, con conseguenze estremamente negative per il funzionamento delle applicazioni. Un approccio molto differente è stato adottato da un vendor come IBM, che si propone di rendere possibile l’archiviazione di quantità di dati praticamente illimitate, in modo semplice ed economico, abilitando così la rivoluzione della AI. In particolare, IBM Storage for data and AI è progettato per rendere i dati semplici e accessibili, grazie a soluzioni di storage capaci di adattarsi anche alle esigenze di business delle PMI, in particolare dal punto di vista della scalabilità. Del nuovo modo di concepire e disegnare lo storage ai tempi dell’AI si parlerà in occasione di Storage IBM: Meet the unexpected, uno speciale evento on line (qui tutti i dettagli) in programma il prossimo 16 settembre a partire dalle ore 11.

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